Momenti sul set cinematografico: west, polvere e acquerelli
Ci sono progetti che non si limitano a raccontare una storia, ma diventano essi stessi una storia da vivere all’interno di un inaspettato set cinematografico.
Il docufilm ‘…e continuano a mangiare fagioli’ oggi in lavorazione, è proprio questo: un viaggio dentro il cinema e dentro l’immaginario collettivo di chi è cresciuto con i miti del grande schermo italiano.
Un progetto che vede la partecipazione di Ornella Muti, Enrico Vanzina, Franco Micalizzi, Ottaviano Dell’Acqua, Riccardo Pizzuti e altri protagonisti che hanno scritto pagine indelebili nella storia del cinema popolare.
Una troupe affiatata guidata dalla sceneggiatura di Marcello Vicini con lo sguardo registico di Daniel Mercatali con Gianluca Bonucci, la fotografia di Davide Mancori, Giulia Ciccorelli e l’arte visiva di Alberto Baldisserotto, che questa volta ha trovato il suo spazio creativo su un set dal profumo di cuoio, whisky e legno consumato: un vero villaggio western.

Giulia Ciccorelli segretaria di edizione con Gianluca Bonucci e Davide Mancori assieme alla troupe durante le riprese
Meatfield Town: dove il west prende vita
Il set scelto per le riprese di una parte del docufilm è Meatfield Town, un autentico villaggio western creato con passione e cura maniacale da Tiziano Carnevale nei dintorni di Aprilia.
Saloon, hotel, maneggio, ufficio del sindaco, poste e perfino l’infermeria: ogni dettaglio trasporta chi vi entra in un’altra epoca, con quella sensazione sospesa tra finzione e realtà che solo i set costruiti con amore possono evocare.

Atmosfere western con al centro Tiziano Carnevale e Yassmin Pucci, assieme a due comparse tra cui Fabio Celani
Camminando per le sue strade si sentono i passi che scricchiolano sulle tavole di legno, si respira l’odore di sigari e terra, si avverte quella polvere sottile che sa di memoria.
Un luogo che, come in Ritorno al Futuro III, sembra spalancare un portale nel tempo.

Vanni De Simoni e Marcello Vicini accarezzano un cavallo bianco durante una pause sul set
Qui, nel mezzo di cowboy che giocano a carte e birre che tintinnano sui tavoli, Alberto Baldisserotto ha trovato il suo posto: seduto in un angolo del saloon, ha realizzato acquerelli dal vivo con colori dal sentiero dell’ocra di Roussillon, accanto a pistole finte e sorrisi veri. Una scena in cui arte e vita si sono fuse naturalmente, diventando parte del racconto visivo stesso.

Lo studio preparatorio dell’acquerello per il docufilm e un dettaglio del definitivo appoggiato su un tavolo del saloon del set cinematografico
Un set tra risse coreografate e sinergia vera
Sul set si è creata una sinergia rara, fatta di passione, competenza e amicizia.
Una troupe mossa dal desiderio comune di costruire qualcosa di autentico.
La rissa nel saloon, una delle scene più complesse e spettacolari, è nata da un vero “balletto” di movimenti tra stunt professionisti e attori, guidati da Tiziano Carnevale con la presenza dello stunt coordinator Emanuele Ziliani, atleta e interprete di grande energia.

Alberto Baldisserotto con a sinistra Daniel Mercatali e a destra Emanuele Ziliani
Al loro fianco moltissime presenze come Vanni De Simoni, Erika Strangi, Fabio Celani e tanti altri caratteristi e comparse che hanno dato vita a una coreografia di colpi e cadute degna delle pellicole che omaggia il western all’italiana.
Sul set i musicisti Justo & Sole, che con le loro sonorità argentine hanno riempito l’aria di ritmo e malinconia, rendendo ogni ciak un piccolo concerto.
Un equilibrio perfetto tra precisione tecnica e spontaneità, in cui il cinema d’azione diventa linguaggio e memoria condivisa.

I musicisti Justo & Sole che con le loro sonorità hanno reso l’atmosfera ancora più suggestiva
Volti, musica e atmosfere
E poi le visite appassionate: tra tutte, quella di Sandra Zingarelli, figlia di Italo Zingarelli, il leggendario produttore di ‘Lo chiamavano Trinità….‘ La sua presenza, calorosa e affettuosa, è stata come un filo invisibile che ha legato passato e presente, memoria e futuro.

Da sinistra Marcello Vicini, Sandra Zingarelli con il marito, Alberto Baldisserotto e Daniel Mercatali
A dare forza e fascino al racconto, la presenza di Yassmin Pucci, attrice dalla personalità magnetica e dal carisma naturale, che ha interpretato un personaggio chiave con eleganza e intensità.
Il tutto avvolto dalla simpatia di Victor Quadrelli, che ha regalato una performance straordinaria in omaggio a Paolo Villaggio, un tributo commosso e ironico a uno dei giganti della comicità italiana.
Dove realtà e finzione si stringono la mano
Questo docufilm non è solo un tributo a un genere o a un’epoca, ma un esperimento di linguaggio, un metaverso dove realtà e fantasia si incontrano.
Tra i tavoli di un saloon, tra birre, pennelli e carte da poker, si è creato un piccolo universo in cui l’arte visiva si è intrecciata al cinema, e il tempo ha smesso per un attimo di esistere.
Raccontare, costruire, dare forma alle idee con sincerità e ingegno.
Un ingegno che rimane prerogativa dell’essere umano, anche in un’epoca di immagini generate e mondi digitali. Perché ciò che nasce dal cuore, dalla polvere e dalle mani… continuerà sempre a parlare alle persone.

L’acquerello dedicato a Trinità e Bambino di Alberto Baldisserotto, realizzato per le riprese sul set con i colori dal sentiero dell’ocra di Roussillon
Prossima tappa: le nuove interviste come questa da poco effettuata a Riccardo Pizzuti, il montaggio e l’inizio di un nuovo viaggio tra realtà e fantasia!

